Rhiannon rings like a bell through the night
And wouldn’t you love to love her?
Takes through the sky like a bird in flight
And who will be her lover?
Fleetwood Mac, Rhiannon

Siamo entrate nella stagione di Beltane che, come ti raccontavo qui, è il sabba più fertile e fecondo delle festività che compongono la ruota dell’anno.
Per i Celti questo momento propizio aveva il volto di Rhiannon, misteriosa Dea dell’amore, che, con il suo cavallo, animale totem, faceva visita a chi la invocava, risvegliando l’energia sensoriale della creatività interiore.

RHIANNON: IL MITO

Come tutte le dee celtiche, Rhiannon è una rappresentazione della Grande Madre, aspetto femminile della divinità che le popolazioni matriarcali tenevano in grande considerazione, prima dell’avvento della frammentazione femminile vs maschile, tipica della religiosità delle società patriarcali.

Il nome di questa Dea significa Grande Regina, ma è anche chiamata Rigantona, ed è stata spesso associata ad Epona, divinità protettrice dei cavalli.

Il mito di Rhiannon ci viene narrato nella saga medievale gallese de Y Mabinogi, una raccolta di racconti mitologici della tradizione bardica, redatti in un periodo in cui i Britanni avevano già invaso il Galles.

Anche se in questi racconti Rhiannon è umanizzata, i simboli a lei associati possono esserci utili per riconoscerne le origini divine.

Una delle caratteristiche più potenti di Rhiannon risiede nel fatto che ella è “una donna dei ferie”, una sorta di “messaggera” capace di viaggiare tra il mondo degli umani e quello dei Sidhe, che per i celti era abitato dal “piccolo popolo” di folletti, fate, elfi e gnomi.

Nei racconti mitici Rhiannon appare a Pwyll, Principe di Dyfed, durante una visione, con le sembianze di una magnifica fanciulla velata d’oro, a cavallo di una giumenta bianca.
L’eroe, estasiato, la insegue e la raggiunge dopo tre giorni, chiedendola in sposa.
Rhiannon, però, è già stata promessa a Gwawl, ma durante il banchetto di nozze, Pwyll, che è travestito, si presenta a corte e attua uno stratagemma.

Pwyll chiede a Gwawl di poter riempire una piccola sacca magica datagli dalla stessa Rhiannon. Gwawl acconsente, ma quando vede che la bisaccia non si riempie mai, vi entra per controllare, rimanendone intrappolato. Per uscire accetta di scambiare Rhiannon con la libertà.

Pwyll e Rhiannon si sposano, e la regina cresce la sua reputazione come generosa ed ospitale.

Dopo tre anni nasce un bambino, ma quella stessa notte, tutte le balie cadono addormentate e al loro risveglio il bimbo della regina è scomparso.
Temendo di essere accusate di incuria e messe a morte, le donne spargono il sangue e le ossa di un cucciolo su Rhiannon mentre dorme, incolpandola di aver divorato il proprio bambino.

Come punizione Pwyll relega Rhiannon nella corte di Arberth per sette anni, seduta vicino al palo dei cavalli. Per il pagamento del suo crimine, la donna è obbligata a raccontare la propria storia ad ogni passante e a portarlo sulla schiena.

Contemporaneamente, un bambino appare davanti alle stalle di Teyrnon, lord di una contea vicina. Qui viene adottato e chiamato Gwri Wallt Euryn (Gwri, chiomadoro). Il piccolo cresce precocemente: dopo sette anni diventa adulto e Teyrnon si accorge che assomiglia a Pwyll, così lo riporta ai suoi genitori. Rhiannon è finalmente scagionata e chiama il figlio Pryderi.

Rhiannon

L’ARCHETIPO DI RHIANNON

Rhiannon, come la maggior parte delle dee che sono manifestazioni più intense dell’arcaico, fra cui anche Brigit, contiene in sé tutte le fasi cicliche del femminile: la fanciulla, la madre, la strega e la crona.
La sua figura mitologica è, dunque, alquanto complessa e ricca di simbologie, anche se, nel tempo, è sempre stata via via più legata alla fase dell’amante e della madre.
Si tratta, però, di una madre ben diversa da quella di Demetra, archetipo che può assumere atteggiamenti aggressivi-passivi, quando la sua sovrabbondante generosità non viene riconosciuta dagli altri.

Rhiannon, invece, se è attenta ai bisogni altrui, mettendosi al servizio del mondo, lo fa tramite l’armonia che irradia da sé stessa, sostenuta da una personalità forte.
Il suo più grande potere è l’amore universale, che non ha bisogno di cercare all’esterno, in quanto è già parte attiva di sé stessa.
Ella è capace di trasformare il proprio amore interiore in amore e cura esteriore, per coloro che la circondano.

Lo avrai capito: Rhiannon è un archetipo molto connesso all’idea di libertà.

Le donne che attivato questa Dea nell’interiore sono consapevoli delle ingiustizie del mondo, dei difetti del patriarcato, ma non lo combattono in modo patriarcale, tendenza molto diffusa oggi, anche nel femminismo contemporaneo. Il loro essere Rhiannon le rende fedeli al femminile dentro di sé, attivando compassione, amorevolezza, umiltà, senza paura di convivere con la propria vulnerabilità. Non vi si adeguano diventando parte del sistema, come farebbe Atena, e al contempo non lo combattono in modo furente, come farebbe un archetipo Artemide, semplicemente grazie alle proprie arti riescono ad adeguarlo a sé stesse, rimanendo sempre allineate ai propri valori.

Questo lo capiamo dal mito stesso della Dea: ella sceglie di non sposare qualcuno che le è stato imposto dal padre. Combatte, ma senza autodistruggersi. Riesce ad esercitare la propria libertà senza guerre, spargimenti di sangue o mettendo in pericolo altre persone. Lo fa sempre guidata dall’amore, mai dalla paura o dalla rabbia.

Essendo un archetipo così evoluto, è molto difficile trovare oggi donne in cui risplenda Rhiannon, perché -se giunge fino noi- ci invita a guardarci dentro, richiamandoci ad un profondo lavoro su noi stesse per appartenervi.

A Rhiannon si arriva spesso a tarda età, ma se incontriamo una delle donne in cui la sua scintilla brilla non possiamo che venirne ammaliate, catturate, e ispirate, come la dea stessa insegna, a divenire la migliore versione di noi stesse.

rhiannon goddess portrait

SVILUPPARE RHIANNON DENTRO DI TE

Insomma, capirai che sviluppare Rhiannon non è facile e richiede un profondo e costante lavoro.

La prima cosa che dobbiamo fare è imparare ad attivare l’amore per noi stesse, l’ingrediente principale della libertà personale.
Dobbiamo colmare il vaso della nostra anima così tanto di amore, da straripare e poter poi versare il nostro amore nei vasi delle anime altrui.

Per questo Rhiannon è una potente risorsa archetipa che non possiamo ignorare.
Se vuoi imparare a manifestarla ti consiglio, prima, di scoprire le altre dee, magari attraverso GODDESS PORTRAIT, il mio servizio di fotografia sciamanica che ti permetterà di entrare in contatto con la dimensione mitica custodita nel tuo interiore.

Oppure, puoi familiarizzare con Rhiannon scarica questa guida, creata da me per te, che, grazie agli scatti di un meraviglioso shooting di ispirazione, può aiutarti ad abbracciare la Dea.